L'universo domestico di Manoel De Oliveira

L'universo domestico di Manoel De Oliveira

Filmmaker omaggia il maestro portoghese inserendo nella sezione Fuori Concorso Visita Ou Memória e Confissões il film postumo di Manoel De Oliveira proiettato al Festival di Cannes.

Nel 1982 il regista decide di depositare la pellicola alla Cinemateca Portuguesa. Dovrà essere un film postumo, da proiettarsi solo dopo la sua morte. Trascorrono 33 anni di altissimo cinema. Il film che vediamo oggi, coevo di Francisca (1981), è il  commovente autoritratto di un regista che ha voluto fermare un luogo per averlo di nuovo, presente, in futuro e per sempre. L'opera, scritta da Agustina Bessa-Luis e interpretata dallo stesso De Oliveira e dalla moglie, è ambientata nella casa che i due coniugi hanno abitato per 40 anni.

Con la modestia che lo caratterizza, il maestro portoghese chiede allo spettatore di prendere parte ad alcune vicende cruciali della sua vita di uomo e cineasta. La casa di Vilarinha, messa in vendita per far fronte a dei debiti, è visitata da un De Oliveira-architetto, custode sornione e attempato - nel 1981 aveva già 73 anni - dei segreti del luogo.

Così, come un sonnambulo la cui meta dimora nel sogno, il regista si aggira in uno spazio domestico che è universo metafisico e insieme dimora museale ove gli oggetti sono tali solo in quanto oggetti di memoria. Nel mentre, le voci senza corpo di Diogo Doria e Teresa Madruga risuonano fiere, rivelandosi appiglio sicuro per lo spettatore, costretto ad ascoltare prima ancora di vedere.

L'invisibile, dunque, è di nuovo in scena, e ciò che si mostra ha, come in tutto il cinema di De Oliveira, importanza quasi nulla. È ciò che si sente, il cuore, è l'ombra del vero.

Visita Ou Memória e Confissões sarà proiettato domenica 6 dicembre alle ore 20.00 presso lo Spazio Oberdan.