Filmmaker 2015 dedica la sua Retrospettiva al cinema di Daniele Incalcaterra
È a Daniele Incalcarerra, autore di film politici e sociali profondamente immersi nelle contraddizioni della contemporaneità, che Filmmaker dedica la Retrospettiva 2015.
Dalle testimonianze all'ombra del Cremlino (Place Rouge, 1990) al trauma dei desaparecidos argentini (Terra d'Avellaneda, 1993), dalla Tangentopoli italiana (Repubblica nostra, 1995) all'autogestione operaia nell'Argentina del neoliberismo (FaSinPat, 2004), alla deforestazione selvaggia del Chaco paraguaiano (El Empenetrable, 2012), il cinema diretto di Incalcaterra, negli ultimi film affiancato da Fausta Quattrini, è testimone attento e non ideologico di realtà in forte mutamento.
Un viaggio nel mondo e nel cinema, da sempre modello e fonte d'ispirazione per molti giovani filmmaker.
Quella di Incalcaterra è una geografia del conflitto. Non un elenco di teatri di guerra, non una collezione di reportage dal fronte. Ma un cinema nomade che nasce solo là dove la visione legislativa e storica di uno Stato è messa alla prova, s’apre al contraddittorio, richiede verifica, teme rivoluzione. Il conflitto è dunque sempre politico, uno scontro tra la visione del mondo di un uomo, o di un gruppo, e il mondo informato dalla legge. La questione è pubblica e privata insieme: Incalcaterra ascolta la voce dei singoli, in essa riconosce la memoria della Storia.